“Avrete letto del desiderio di Google di evitare le limitazioni del governo cinese: per ora non abbandona del tutto la Cina, mantiene il traffico e usa il suo sito a Hong Kong. Hong Kong è Cina, ma è anche non-Cina per ragioni storiche e diplomatiche troppo lunghe e noiose per aver voglia io di riassumerle. E soprattutto voi di leggerle. Per ora si tratta di una mossa un po’ machiavellica: difficile che duri e che funzioni più di tanto, scommette Wall Street. Infatti GOOG è retrocesso dai suoi massimi, mentre BIDU, il maggior beneficiario locale dei guai del gigante Usa, li sfiora a ripetizione. Proprio per questa ragione ho BIDU in Watchlist, mentre GOOG non c’è. Ma forse volete sapere cosa penso di questa battaglia anomala (Cina vs. Google), incluso un giudizio sulle prospettive dei due business e dei rispettivi titoli azionari quotati al Nasdaq … La battaglia non è Cina vs. Google, ma Cina vs. Usa.
Ed è solo una delle diverse battaglie che si stanno combattendo tra i due giganti della globalizzazione.
Riassumo le principali:
1. Dollaro indebitato vs. Yuan sottovalutato;
2. Tecnologia digitale vs. Forza manifatturiera;
3. 300 milioni di consumatori sfrenati e indebitati vs. un miliardo e 300 milioni di lavoratori indefessi.
La forza di Google è evidente e globale.
I suoi numeri continuano a crescere e la sua vera battaglia globale è una sola: mantenere la leadership sul search e, da lì, succhiare futuro a Microsoft, a Apple, a Nokia e perfino a Sony e a Sky. Cioè ai principali leaders del Simulmondo seduto, in piedi e sdraiato. Da qui le mosse di GOOG nei sistemi operativi, nel software applicativo, negli smartphones, ovunque sia possibile. Invece BIDU, che al momento ha un market capital circa nove volte inferiore a quello di GOOG, 21 vs 180 miliardi di dollari, deve fare sopratutto una cosa: continuare a mantenere la leadership del search in Cina e dintorni. Per decidere su chi (e se) investire, fatevi questa semplice domanda: Può crescere di più BIDU soffiando mercato a GOOG in Cina e dintorni, oppure Google mangiando terreno e prospettive ad Apple, Microsoft, Nokia e chissà chi altro, magari eBay o Amazon?
autore: Francesco Carlà
fonte: finanzaworld.it/blog