Una notizia che non può passare inosservata. Si è tenuto un pranzo di lavoro a Montecitorio tra il numero uno della Camera, il leader dell’Udc e il presidente della commissione Antimafia. A questo punto l’ex leader di An ha deciso di giocare a carte scoperte. Sembra quasi l’atto ufficiale della nascita di quel polo sul quale aggregare il governo di “emergenza nazionale”.
Fasi nuove/ Pisanu suona la carica, palla al Centro
Una notizia che non può certamente passare inosservata. All’indomani dell’ennesimo scontro sull’immigrazione tra il premier e il presidente della Camera, si è tenuto un pranzo di lavoro a Montecitorio tra Gianfranco Fini, il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, e il presidente della commissione Antimafia, Giuseppe Pisanu. A questo punto l’ex leader di Alleanza Nazionale ha deciso di giocare a carte scoperte. Sembra quasi l’atto ufficiale della nascita di quel polo sul quale aggregare il governo di “emergenza nazionale” di cui Affaritaliani.it ha parlato. Proprio la presenza dell’ex ministro dell’Interno fa nascere più di qualche sospetto.
La sua intervista al Corriere della Sera, come aveva sottolineato Affaritaliani.it, non era affatto un modo giornalistico per riempire la pagina del quotidiano di Via Solferino. Pisanu, che con Casini ha in comune la stessa matrice democristiana, è il più fiero oppositore dell’asse tra il Cavaliere e Umberto Bossi. E il numero uno dell’Udc ha basato tutta la sua campagna elettorale accreditandosi proprio come l’argine della Lega al Nord. Una saldatura necessaria per il presidente della Camera quella con Pisanu. Infatti, nel caso di crisi dell’esecutivo i circa 50 parlamentari finiani non sono sufficienti.
Serve, per costruire una Grande Coalizione, anche la fetta di ex Dc di Forza Italia (e in parte di An). Una pattuglia in grado, insieme ai centristi e al Partito Democratico, di dar vita a un governo di transizione. Probabile premier Mario Draghi, Governatore della Banca d’Italia. Ma non finisce qui. C’è chi nel Palazzo ipotizza che qualcuno punti all’interno del Pdl punti a perdere le elezioni regionali, lasciando pure alla Lega il pieno di voti, proprio per evitare che si rafforzi Berlusconi.
Basta non vincere nelle quattro Regioni in bilico (Piemonte, Liguria, Lazio e Puglia) e il gioco e fatto. Il Cavaliere, che ha parlato di test nazionale, uscirebbe con le ossa rotte dalle urne. E ricordiamoci che fino al 2013 non ci saranno nuovi test elettorali. Quindi se si vuole agire, questa è l’ultima chance. Grande manovre nel Palazzo…
fonte: affaritaliani.it – 25/02/10 ore 17,10