E’ l’iniziativa presentata a Firenze in occasione di un incontro organizzato da Openup Consulting e da ‘Il Chiostro’, associazione che riunisce un centinaio di lobbisti italiani e che nel festeggiare il primo anno di vita ha presentato in anteprima un codice etico e deontologico valido per l’intera categoria.
”Chiediamo delle regole – ha sottolineato Giuseppe Mazzei, presidente del Chiostro, giornalista e ora lobbista – ma siamo i primi a dover dare l’esempio e per questo ci siamo dati questo severo codice di condotta. Questo magari potrà aiutare anche a sconfiggere il luogo comune ancora diffuso che vede il lobbista a volte quasi come un corruttore”. L’attività di lobbista può essere positiva, ma a patto che ci sia una ‘sorta di tracciabilita’ delle decisioni, che fa bene alla democrazia e alle istituzioni”, afferma Agostino Fragati, assessore regionale alle riforme istituzionali, intervenuto all’incontro. ”Una manifestazione evidente di interessi è sempre preferibile ad una manifestazione di interessi ammantata di interesse generale – aggiunge l’assessore -. Se la politica è anche rappresentazione di interessi, quegli interessi troverebbero comunque altri canali. Meglio dunque riuscire a portare tutto in piazza: da subito e in modo trasparente. Poi spetterà naturalmente alle istituzioni mediare. E ben vengano le regole, anche deontologiche”.
La Toscana è la prima Regione che già nel 2002 si è data una legge che regola le lobbies, intese come gruppi di portatori di interessi economici, culturali e sociali, e la loro partecipazioni alle attività del Consiglio regionale. Nel 2005 erano già un centinaio i gruppi accreditati.
fonte: ASCA