Se la situazione non si aggrava l’economia italiana nell’anno in corso accuserà una contrazione del 5%. L’indicazione arriva dal governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, nel suo intervento a L’Aquila in occasione della presentazione del rapporto sull’economia dell’Abruzzo realizzato dall’istituto di Via Nazionale: “Il Pil, se non succede niente, in altre parole se non continua a cadere, alla fine di quest’anno sarà sceso del 5% circa”.
LA VELOCITA’ DI CADUTA – Il governatore ha aggiunto: “La situazione dell’economia dell’Abruzzo, sisma a parte, è quella del resto d’Italia, più per il Centro-Nord che per il Centro-Sud: siamo nel mezzo di una crisi economica mondiale che per certi aspetti ricorda, per il carattere di drammmaticità, di subitaneità e di intensità, il sisma che c’è stato in Abruzzo. Si potrà parlare di crescita solo se queste condizioni si realizzeranno: la tenuta dei consumi e la possibile tenuta del mercato del lavoro“. Dopo la fase acuta della crisi che ha colpito l’economia mondiale “oggi certamente la velocità di caduta è rallentata e, per la prima volta, in un anno e mezzo, due anni, il Fondo monetario internazionale ha rivisto al rialzo le previsioni della domanda mondiale: non si tratta di grandi revisioni che fanno pensare che siamo arrivati a un punto di svolta, ma certamente sono segnali da guardare con molta attenzione”, ha specificato il Governatore di Bankitalia. “È molto presto per mettere in atto una strategia di uscita dalla crisi, quando il sistema bancario non è stato ancora riparato, quando il credito non è ancora tornato ad affluire all’economia» ha spiegato ancora il Governatore di Bankitalia”. Draghi guarda al futuro: “Per quanto ci riguarda l’obiettivo più importante in questa situazione è chiedersi come ne usciremo. Ne usciremo allo stesso modo con cui ci siamo entrati, cioè con una crescita zero, oppure ne usciremo con una crescita più elevata? Che opportunità abbiamo per aumentare le nostre crescite nel lungo periodo? La risposta è: riforme strutturali. La nostra crescita è piatta da un quindicennio. Però ci sono stati dei progressi, per esempio nella pubblica amministrazione, nella riforma della scuola, ma ci sono – ha concluso – anche tante altre cose da fare”.
I CONSUMI DEVONO TENERE – Per tornare a crescere “la condizione principale è la tenuta dei consumi: in Europa continentale non abbiamo avuto tassi di crescita dei consumi elevati come negli Stati Uniti, ma stabili nel tempo. Se dovessero flettere, anche queste speranze di ripresa potrebbero diventare difficili da realizzarsi”, ha aggiunto ancora Draghi, sottolineando che «per la tenuta dei consumi è essenziale una sostanziale tenuta del mercato del lavoro, ma la disoccupazione continua a crescere». Per questo, tra le condizioni necessarie per la ripresa, Draghi evidenzia anche la necessità che «la capacità di spesa venga conservata anche in presenza di crescita della disoccupazione». In sostanza, conclude il governatore, “i comportamenti delle imprese e dei consumatori da un lato e le politiche economiche che verranno fatte nei prossimi mesi, dall’altro, saranno le condizioni per il superamento di questa crisi”.
NIENTE CRISI DEL CREDITO – “Gli interventi di salvataggio, che hanno riguardato altri Paesi, non il nostro, su singole istituzioni finanziarie, hanno sostanzialmente impedito che la crisi del credito e dell’industria dei servizi finanziari si avvitasse con una serie di fallimenti bancari come è avvenuto nel ’29 e nel ’30” ha sottolineato Draghi. “C’è stata una reazione – ha aggiunto Draghi – da parte dei governi di tutti i Paesi che, in un certo senso, ha evitato una caduta ancora più grave con politiche fiscali, di bilancio e monetarie molto espansive”.
PARLA ANCHE LA MARCEGAGLIA – Sulle previsioni di Draghi di un calo del Pil del 5% nel 2009 è intervenuta anche la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia: “Un calo del 5%? Potrebbe andare peggio. Il -5% è la stessa previsione che abbiamo fatto come centro studi tra l’altro il -5% è in previsione che ci sia qualche miglioramento nella seconda parte dell’anno, perchè il dato potrebbe essere peggiore, ma pensiamo che il -5% sia il dato che ci sarà”. “Non si può stare in un Paese in cui lo Stato non paga i propri debiti. Ciò non è degno di un paese civile» aveva spiegato in precedenza la Marcegaglia intervenuta anche lei a L’Aquila, ma all’assemblea di Farmindustria. Marcegaglia ha auspicato quindi che nel provvedimento, all’esame venerdì in Consiglio dei ministri, ci sia «una risposta chiara e concreta” a questo problema. La leader degli industriali ha infatti riferito che venerdì dovrebbero, se confermate, essere varate delle misure a supporto delle imprese, quali la detassazione degli utili per le aziende che investono, un bonus per quelle che non licenziano, e appunto una accelerazione del pagamento dei debiti da parte della pubblica amministrazione.
fonte: affaritaliani.it