Le aziende sanitarie giocano un ruolo fondamentale nel rendere efficace il processo di raccolta e valorizzazione di dati e informazioni sul paziente.
L’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità ha cercato di comprendere quale sia, in media, il livello di maturità nella gestione e valorizzazione dei dati, rispetto alle diverse categorie di dati che possono essere gestite dalle aziende stesse.
I dati amministrativi risultano la tipologia di dati su cui le aziende sono più mature: il 62% dei CIO del campione dichiara di analizzarli con strumenti di Descriptive Analytics (analisi retrospettive), l’8% con tecnologie di Advanced Analytics (per svolgere analisi predittive) e solo il 14% attualmente dichiara di non analizzarli, anche se ne dispone in quantità e qualità sufficiente.
Fotografia simile per i dati gestionali e organizzativi (43% Descriptive Analytics e solo 5% Advanced Analytics).
La terza categoria di dati su cui le aziende si sentono mature sono i dati clinici, strutturati e non strutturati (es. dati inclusi nella CCE, testi, referti, immagini, ecc.) con il 32% delle aziende che svolge analisi descrittive e solo il 5% che usa Advanced Analytics.
Diversa la situazione per dati raccolti da App, wearable, sensori o oggetti intelligenti (raccolti attraverso sistemi informatici solo dal 22% delle aziende e analizzati solo dal’11%) e dati provenienti da web e social media (rispettivamente 22% e 6%).
Quello della raccolta, analisi e valorizzazione dei dati è quindi ancora un ambito ancora da sviluppare e su cui investire, sia in termini economici sia in termini di integrazione/interoperabilità tra sistemi sia in termini di sviluppo di competenze specifiche. Le fonti di dati generati dal sistema sanitario sono molteplici e il cittadino/paziente ha un ruolo sempre più attivo nel rilevare e condividere dati, ma come si è visto questi spesso non sono integrati con quelli di sistema.
fonte: Una Sanità migliore grazie ai dati, Polimi: “Ecco i passi per una svolta” | Agenda Digitale