1. Il software è asset fondamentale del sistema sanitario. Uno strumento essenziale per supportare i processi strategici, organizzativi, operativi e clinici, di erogazione dei servizi e di relazione.
2. Il software è usabilità. Ogni utente deve poter trovare nei software un sostegno alla propria attività quotidiana, uno snellimento delle proprie procedure, un valido strumento di ricerca, una tutela per le proprie azioni.
3. Il software è performance. I software devono poter accelerare le attività di ricerca di informazioni essenziali per prendere le decisioni strategiche.
4. Il software è sostenibilità economica. Una programmazione economica, finanziaria, tecnica e operativa sulla durata prevista del software come modulo integrato di sistema. Localizzazione del software (home o service – il futuro dei cloud) e identificazione dei percorsi di aggiornamento e manutenzione in un quadro economico non esiziale per gli investimenti futuri.
5. Il software è l’empowerment del cittadino. L’assistito non è un attore passivo del processo di cura. Un suo coinvolgimento mirato e stimolante può portare a un miglioramento delle condizioni generali della popolazione, di pari passo all’invecchiamento. Per questa ragione l’ICT deve chiedersi come agganciare il singolo cittadino o il suo care giver, come essere da stimolo per le attività quotidiane e come proporre il cambiamento delle abitudini.
6. Il software è potenziamento dei processi territoriali. Coinvolgere maggiormente le strutture decentrate per il trattamento delle patologie non acute al fine di sgravare di costi e inappropriatezza gli accessi ospedalieri. È giusto chiedersi con quali strumenti l’ICT possa venire incontro a queste necessità, dal monitoraggio e supporto ai percorsi tramite il workflow strutturato fino all’apertura social fruibile tramite le soluzioni più avanzate.
7. Il software è la medicina predittiva. La grande quantità di dati macro può essere fonte inestimabile per l’individuazione di incidenze patologiche su un territorio e quindi strumento per la corretta programmazione e razionalizzazione delle risorse sul territorio. L’ICT può contribuire a predire quali saranno i trend di salute per i prossimi anni.
8. Il software è sicurezza del dato. La tracciabilità delle operazioni, la sicurezza delle archiviazioni, le condizioni di accesso e verifica dei dati nelle varie condizioni operative alla luce della Legge Gelli e delle nuove norme sulla privacy. Da isole nella corrente a arcipelaghi integrati. I livelli di sicurezza affidabili e il mantenimento delle performance, alla luce delle normative correnti e dell’evoluzione tecnologica prevista
9. Il software è razionalizzazione dei processi. L’utilizzo della tecnologia può significare in molti contesti il supporto alla applicabilità di nuovi modelli organizzativi e alla loro verifica tramite indicatori chiave.
10. Il software è riduzione delle distanze. Non solo in termini di comunicazione tra le istituzioni sanitarie e governative e i cittadini, ma anche tra gli operatori stessi, sempre più chiamati a convivere in un contesto multiprofessionale.