A. ATTREZZARE IL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE PER AFFRONTARE LE 10 MINACCE ALLA SALUTE
Criticità
L’Italia ha raggiunto un’aspettativa di vita pari a 83,6 anni, di cui però 22,6 vissuti in non buona salute, valore in crescita nell’ultimo periodo. L’attuale stato di salute dei cittadini italiani è minacciato da una serie di fenomeni e dinamiche che si osservano da alcuni anni: il progressivo invecchiamento della popolazione, l’aumento dei fattori di rischio e delle patologie croniche non trasmissibili, il fenomeno dell’esitazione vaccinale, la minaccia dell’antimicrobico resistenza, le difficoltà di accesso all’innovazione, la carenza di medici, le disomogeneità regionali e il ritardo nella digitalizzazione del sistema sanitario. Ai tassi di natalità e di mortalità che caratterizzano sempre più l’Ageing Society si aggiungono le dinamiche di cambiamento di molte patologie che impattano sul sistema e sulla salute e qualità di vita delle persone. Le patologie croniche aumentano in modo esponenziale con l’età e con esse i costi sanitari e sociali. Attualmente il 75% della spesa sanitaria si concentra nelle fasce d’età maggiori di 60 anni. Obesità e sedentarietà sono tra i fattori di rischio più allarmanti per il nostro Paese, quasi il 40% dei giovani è in sovrappeso/obeso e solo l’8,3% dei giovani svolge attività fisica moderata, ponendosi all’ultimo posto tra i Paesi EU-15.
Le coperture vaccinali sono ancora in molti casi al di sotto delle soglie ottimali indicate dall’OMS e si stima che il 16% dei genitori italiani siano esitanti o contrari a vaccini. L’Italia risulta tra i Paesi con i maggiori livelli di resistenze batteriche che hanno un impatto socio-economico molto rilevante stimato in circa 400 milioni di euro all’anno, oltre a impatti significativi sul numero di decessi (18,2 decessi per 100.000 abitanti/anno). I ritardi nel processo di valutazione e adozione di terapie innovative, dispositivi medici e tecnologie digitali si amplificano a livello regionale dove le disomogeneità sono sempre più marcate aumentando il divario Nord Sud.
Le 10 minacce alla salute per l’Italia, descritte nel Capitolo 1, pongono delle sfide importanti al sistema sanitario e al Governo per contenere il numero di anni vissuti in non buona salute e migliorare sempre più la qualità della vita dei cittadini.
Azioni suggerite
1. Realizzare campagne per informare correttamente i cittadini circa il valore della Prevenzione e le scelte di politica sanitaria in tema di Prevenzione Vaccinale basate sulle evidenze scientifiche per affrontare il fenomeno della diffidenza e del dissenso vaccinale.
2. Migliorare il sistema di programmazione degli interventi e di monitoraggio dei risultati delle campagne vaccinali e di screening. In particolare, accelerare l’implementazione di un’Anagrafe Vaccinale nazionale, utile per migliorare il processo di raccolta delle informazioni relative a vaccino-vigilanza sugli eventi avversi; inserire nei LEA indicatori sulle coperture vaccinali per tutti i vaccini inseriti nel PNPV; garantire in tutte le Regioni la chiamata attiva per i vaccini raccomandati e gratuiti e per lo screening cervicale, mammografico e del colon-retto in modo omogeneo tra Regioni e tra ASL della stessa Regione. 12
3. Adottare programmi integrati di prevenzione primaria e secondaria per ridurre il peso delle patologie ad alto impatto, a partire dalle malattie cardiovascolari e i tumori, con interventi su fattori di rischio e fattori causali attraverso: maggiore educazione sugli stili di vita, diffusione di profilassi vaccinali e implementazione di percorsi strutturati di follow up per i pazienti ad alto rischio, utilizzando le terapie più efficaci, al fine di ridurre il riacutizzarsi delle patologie e i costi correlati.
4. Rafforzare e riorganizzare le cure primarie, grazie anche all’uso di nuove tecnologie diagnostiche (telemedicina) e dare piena attuazione alla farmacia dei servizi per contribuire a promuovere la buona salute, la prevenzione primaria e secondaria, la gestione delle malattie croniche e l’aderenza terapeutica attraverso la definizione e il monitoraggio di percorsi individuali di prevenzione e presa in carico dei pazienti secondo PDTA condivisi con la comunità medico-scientifica e i pazienti.
5. Individuare e sperimentare nuovi modelli di gestione della cronicità e multimorbilità (fisiche e mentali), favorendo l’adozione di un approccio multidisciplinare e il coordinamento tra tutte le figure che intervengono nel percorso di cura sfruttando le potenzialità dei sistemi informativi, degli strumenti digitali e della telemedicina.
6. Ridefinire la programmazione del fabbisogno di medici in base agli scenari epidemiologici, prevedere una maggiore flessibilità dei vincoli di assunzione e aumentare i contratti di specialistica per superare l’imbuto formativo.