Ieri, Pasqua di Resurrezione, ho visto “Habemus Papam”. Non mi sono emozionato. Non mi sono divertito. Non ho imparato nulla. Film senza peso, eppur pesante. Si avvita sulle sue solite maniacalità. Che non risolverà mai più ormai. Data l’età. Stavolta se l’è presa con la Chiesa Cattolica. La prossima ridicolizzerà l’Olocausto dei nostri fratelli maggiori? Avrà conservato un barlume di senso del limite? A pochi minuti dall’inizio del film, il mio pensiero è andato ad Agata Apicella, la dolce mamma di Nanni morta a Roma nell’ottobre del 2010. E ho pensato: si emozionerebbe, si divertirebbe, imparerebbe qualcosa di nuovo Moretti vedendo un film sulla vita di sua madre, realizzato da un regista a lui avverso, un film tutto all’insegna, non di colta satira, ma della più scialba e caprina cifra della ridicolizzazione?
Un Amico mi ha scritto un sms: “La prossima volta, invece di andare al cinema, rileggi Plauto o il Ruzante…Cristo non è morto per la libertà d’informazione”.