1. La visione minimalista: cultura = musei + spettacoli + discorsi è inadeguata.
2. “Ciò che l’esperienza e i sensi ne dimostrano devesi anteporre a ogni discorso ancorché paresse assai fondato” (Galileo)
3. “Le due culture” CP Snow 50 anni fa rivalutava quella S&T
4. Oggi le culture sono numerose. Oltre a scienza/tecnologia e umanistica sono vitali: informatica/logica, biochimica, economica, energetica, socio-econonica e technological forecasting
5. I numeri crescenti di esperti generano progressi continui disponibili in Rete, ma giovani e pubblico in genere ne sono esclusi. Perché?
6. La causa è che giornali, radio, TV, comunicazioni sociali interpersonali trattano di: sport, cibo, risparmi, diritti in contesti marginali, eventi correnti, pettegolezzi (gossip).
7. La maggioranza della popolazione ignora gli argomenti di cui al punto 4 – tutto al più ne intravede versioni vecchie di decenni.
8. E’ vitale che si formi un’alleanza tra cultura, accademia, parlamento, industria per influire sui mezzi di comunicazione di massa per offrire al pubblico strumenti di aggiornamento continuo.
9. Chi non impara ogni giorno da fonti di qualità è relegato nel passato.
10. Il basso livello di cultura media è causa remota della scarsa innovazione industriale (2 sole grandi aziende investono oltre il 17% del fatturato in R&D), della scarsa disponibilità di lavoratori ad alto livello e dell’assenza di nuovi imprenditori innovativi.
*Contributo di Roberto Vacca alla Conferenza del Consortium GARR (Gestione Ampliamento Rete Ricerca), Roma 29 Ottobre 2007.