Chi campa sull’inefficienza

andrea_simoncini.jpgFino a quando non si arriverà a stimare il costo economico dell’inefficienza, i rimedi tradizionali o le proposte “shock” finiranno paradossalmente per complicare anziché semplificare

di Andrea Simoncini*

Dando risalto ad un’interessante indagine di Confindustria, il Corriere Fiorentino ha sollevato una questione che oggi è divenuta non più rinviabile: quanto costa l’amministrazione pubblica alle imprese? E non stiamo parlando delle imposte che, come sappiamo, già incidono in maniera rilevantissima, ma di quella sorta di “sovrattassa nascosta” che è il costo della lentezza e, soprattutto, dell’oscurità delle procedure. La regione Toscana, per iniziativa del vicepresidente Gelli, ha approvato un’importante legge sul tema. Vorrei suggerire alcune riflessioni tratte da uno studio della Fondazione per la Ricerca e l’Innovazione dell’Università di Firenze (progetto SIMPLE) che ha ad oggetto proprio la semplificazione delle procedure delle Province dell’area metropolitana Firenze-Prato-Pistoia.

Innanzitutto, tutti siamo d’accordo che occorre “semplificare”. Ma che significa? Qual è la “complicazione” che rende inefficienti i nostri uffici pubblici? Le troppe leggi? I procedimenti amministrativi che coinvolgono tanti uffici diversi, rimpallando le responsabilità e allungando indefinitamente i tempi di attesa? In realtà l’Unione Europea da tempo dice un’altra cosa: il peso dell’amministrazione è soprattutto il suo costo “informativo”. Proviamo a spiegare: per capire e rispettare le regole della PA le imprese hanno bisogno di una “specializzazione”. Dunque, quanto costa dedicare una o più unità di personale a studiare e seguire le pratiche della PA? Soprattutto, quanto costano i professionisti (avvocati, commercialisti, consulenti, associazioni di categoria, etc.) di cui ci si deve dotare per essere amministrativamente in regola?

Se si segue questa impostazione si scopre che il problema centrale non è quantitativo (quante leggi, quanti procedimenti), ma qualitativo e cioè: quanto sono comprensibili le regole amministrative? E allora vengono fuori alcuni curiosi paradossi. Chiediamoci, ad esempio: c’è qualcuno che “campa” su questa “incomprensibilità”? Qualcuno che ha fatto della sua funzione di “guida esperta” nella giungla amministrativa, un lavoro? Emerge un risultato sorprendente: c’è un pezzo di economia reale (soprattutto nei servizi alle imprese) che vive sull’inefficienza della PA e che, sotto sotto, ha il terrore che si realizzi davvero l’utopia illuminista di leggi comprensibili e di uffici pubblici trasparenti. Applicando il metodo di calcolo europeo, i risultati sono sorprendenti. Il costo (o il giro d’affari) informativo di una sola procedura (l’Autorizzazione Integrata Ambientale) è di oltre un milione di euro per il sistema delle imprese nella provincia di Firenze.

L’impressione è che fino a quando non si arriverà a stimare il costo economico dell’inefficienza, i rimedi tradizionali (sportelli unificati delle attività produttive, conferenze dei servizi, riduzioni di tempi o di fasi) o le proposte “shock”, come l’indennizzo per il ritardo della PA previsto nella legge regionale, finiranno paradossalmente per complicare anziché semplificare.

*Ordinario di Diritto Costituzionale
Università degli Studi di Firenze

fonte: Corriere della Sera–Firenze, 10 febbraio 2010

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