dal Libro-intervista ad Ettore Bernabei*
Giorgio Dell’Arti: Mi resterebbe da farle ancora una serie di domande sull’ultimo grande affaire italiano.
Ettore Bernabei: Cioè Tangentopoli.
Giorgio Dell’Arti: Esattamente.
Be’! Le ho già detto, tra le righe di questo libro, quello che c’era da dire sui giudici e su quanto sia ridicola la tesi che, al mondo, vi sia qualcuno con la spada fiammeggiante in mano che rappresenta il Bene e qualcun altro, nero di pece di dentro e di fuori, che invece sta tutto dalla parte del Male. Queste son le tesi che piacciono ai giacobini i quali, visto che sono il Bene, si sentono in diritto a tagliar la testa di tutti quelli che secondo loro sono il Male.
Le tangenti correvano in Italia e nel resto del mondo da decine di anni e son venute fuori solo nel ’92. Combinazione: mentre democristiani e socialisti finivano in galera, le nostre aziende pubbliche più belle (e quando dico “pubbliche” intendo che appartenevano a tutti) venivano messe sul mercato a disposizione degli uomini d’affari di tutto il mondo, lobby, consorterie, analisti, gnomi, massonerie e circhi equestri di ogni tipo. Devo aggiungere altro?
*L’uomo di fiducia. I retroscena del potere raccontati da un testimone rimasto dietro le quinte per cinquant’anni.
di Ettore Bernabei e Giorgio Dell’Arti – Mondadori – 1999 – cfr. pagg. 307-308