di Vittorio Gervasi – Direttore FORMEDIL Pescara
Si torna a discutere nella Regione Abruzzo sul taglio delle indennità percepite dai nostri rappresentanti a Palazzo dell’Emiciclo insediatisi con le ultime elezioni amministrative del dicembre scorso. Il provvedimento è allo studio di una commissione che dovrebbe trovare l’imprescindibile quadra politica. Contemporaneamente c’ è un altro Abruzzo, che ha avuto come silente ed efficace protagonista il direttore generale di una nota multinazionale presente sul nostro territorio, che dopo aver attivato la cassa integrazione guadagni per il suo personale ha deciso di guadagnare quanto un operatore di produzione in cassa a zero ore. Il taglio delle indennità, per il politico come per il manager, non risolve evidentemente alcun problema economico, ma ha il grande valore simbolico di condividere con un gesto concreto le sorti di chi, parte della stessa famiglia, vive dolorosamente la crisi economica in atto.
Nel caso del manager c’è stata direttamente la decisione senza neanche passare per una dichiarazione d’intenti. Tornando alla nostra politica regionale, dico però, che non sono affatto favorevole ad una riduzione delle indennità. Un consigliere regionale, se lavora con impegno e totale dedizione alla causa, per ben operare, ha necessità di incassare una indennità esattamente dell’importo che oggi percepisce. Chi conosce la politica, sa perfettamente che ha dei costi, per altro pienamente legittimi, e questi vanno soddisfatti nella maniera più trasparente possibile onde evitare possibili “tentazioni”. Pensiamo per un attimo alla giornata di un politico appassionato al suo mandato elettorale. Quanti sacrifici personali gli son richiesti dovendo dedicare gran parte del suo tempo all’incarico istituzionale. Questo richiede studio, approfondimento dei problemi, ascolto degli elettori, presa in carico delle istanze del suo territorio dando a tutto ciò un legittimo diritto di cittadinanza all’interno delle aule dove si decide gran parte del nostro futuro. Il tutto, se ben fatto e con una buona organizzazione di supporto, ha un costo anche economico non certo irrilevante. Ma riconosciuta la giusta ricompensa economica al politico è altrettanto doveroso richiedere un impegno instancabile e di alto profilo. Ciò che più intristisce è invece riscontrare, che nella vita di alcuni politici, di tutta questa passione e compassione (nel senso di patire con) per i loro elettori non vi è traccia. Dov’è quella sensibilità per cogliere immediatamente il cuore dei problemi e cercare risposte adeguate? Dov’è quello studio e quella preparazione nell’affrontare temi difficili e decisivi per il futuro di un territorio? Dov’è quella dinamicità e vitalità intellettuale per animare il dibattito politico che spesso risulta asfittico? Potrei proseguire ma adesso pongo a voi cari cittadini elettori una domanda. Conoscete con esattezza su cosa stanno lavorando i vostri eletti in consiglio regionale, provinciale e comunale? Conoscete su quale progetto concreto si stanno totalmente dedicando?
Allora, tornando alla riduzione delle indennità dei consiglieri regionali dell’Abruzzo, concludo con un invito rivolto proprio a loro: non riducete l’indennità ma piuttosto ampliate la dedizione, sono certo che gli abruzzesi apprezzeranno lo stesso.
tratto da: abruzzoliberale.it