—On digital papers: Within ten years, I believe nearly all newspapers will be delivered to you digitally, either on your PC or a new—on a development of the Kindle, shall we say. … Something that’s quite mobile, you can take around with you. Communications are changing totally. We’re moving into a digital age, and it’s going to change newspapers. But if you’ve got a newspaper with a great name and a great reputation, and you trust it, the people in that community are going to need access to your source of news. What we call newspapers today, I call news organizations, journalistic enterprises, if you will. They’re the source of news.
Alcune considerazioni:
la rete fissa collega i luoghi, la rete wireless collega le persone. Sono anni che ormai mi leggete questo slogan. Il device di cui parla Murdoch sarà wireless.
Ma penso che non abbia del tutto ragione. Non sarà l’unico device. Le modalità d’uso delle persone sono molte e alcune sono sociali. Devono passare ancora molti anni per un diffuso uso in un contesto sociale di device personali.
Tempo fa presentavo reeplay.it, il nostro aggregatore video multipiattaforma, iniziando con una slide che dice “cos’è la televisione?”
Prima era facile: apparecchi riceventi, ponti radio, servizio centrale che produce o seleziona contenuti, acquista diritti, organizza un palinsesto e lo mette in onda.
Cosa è un “giornale”? Prima era facile: carta, periodicità, edicole, servizio centrale che produce o seleziona contenuti, acquista diritti, organizza una edizione e la distribuisce.
Blog, RSS e XML (+CSS) hanno cambiato il mondo. Non esiste più il servizio centralizzato che produce o seleziona contenuti, acquista diritti, organizza una edizione e la distribuisce. E similmente per quanto riguarda il video.
Cos’è un editore di giornali ? Cos’è una televisione?
Generalizzando, propongo questa classificazione:
Il concetto viene rappresentato con una o più istanze di fomato che chiamo nella slide “mediagrammi”.
I formati possibili sono i consueti (video, suono, testo, immagine) con l’aggiunta delle “simulazioni” o “visualizzazioni” (da “data visualization”).
In genere, rispetto ad un concetto, una istanza di formato è più che sufficiente e certamente era così nell’editoria tradizionale in cui TV, Radio, Giornali erano monoliti sostanzialmente isolati.
Però può darsi che per esprimere il concetto efficacemente se ne debbano combinare due o più; ogni concetto può o può non essere rappresentabile in una sola “mediagrammi”.
Poi esiste il “canale” inteso come aggregato di Internet, ponti radio, rotative e furgoncini, dischetti, ecc.
L’utente fruisce dell’informazione mediante un device che si adatta al suo contesto d’uso; ogni device ha le sue peculiarità (anche di interfaccia utente) ed è in grado di gestire mediagrammi diversi che vengono assemblati in “declinazioni” specifiche per quel device. Questo è ciò che si fa con un mashup sul web.
In una dimensione ortogonale a questa ci sono le altre funzioni editoriali quali il billing (soprattutto l'”incassing”), le interazioni con altri utenti, la profilazione, la georeferenziazione, l’archiviazione, la correlazione, la gestione di segnalazioni e notifiche, la partecipazione ed altre funzioni che aggiungono valore all’utente.
La declinazione non è un processo indolore, richiede adattamenti di formato e di codifiche per un’iradiddio di device.
Penso che questa sia una delle prossime grandi aree di evoluzione del business web. XML va bene per il testo, il cui rendering è agevole su ogni device che lo supporta, ma per gli altri possibili mediagrammi, occorre molto adattamento.
Adobe, MS ed Apple stanno posizionandosi per indirizzare la questione a modo loro, facendosi una concorrenza spietata (è di questi giorni la notizia che Adobe ha fatto chiudere pretestuosamente il progetto per un player RTMP OSS. Nel suo caso, se non controlla il protocollo, l’intera implacatura cade). Apple tiene iTunes blindato ed MS si pone come antagonista ad Adobe. MPEG (per alcuni mediagrammi, altri sono out of scope) sta adottando un approccio aperto.
Tornando alla domanda iniziale: cos’è un editore? E’ un soggetto che crea questo “acquario” per farci sguazzare dentro i suoi utenti.
I tempi della boccia di vetro, ha ragione Murdoch, finiscono presto.
tratto da: Quinta’s Weblog di Stefano Quintarelli